VIOLENZE E ABUSI IN FAMIGLIA: QUASI UNA DENUNCIA AL GIORNO ,“SALE IL NUMERO DI CHI SI RIBELLA E QUESTO E’ BENE”
Il dato non è ancora ufficiale, ma, soltanto nei primi due mesi del 2009, sono arrivate negli uffici della Procura sondriese una cinquantina di denunce da parte di donne che sostengono di aver subìto violenze sessuali in ambito domestico. Numeri preoccupanti che, oltretutto, sembrano essere in costante aumento. Per gli addetti ai lavori, però, il dato si presta anche a una lettura non del tutto negativa. «Paradossalmente il fatto che aumenti il numero delle denunce deve essere visto come una notizia soprattutto positiva» spiega Claudio Marcassoli, psichiatra e psicoterapeuta sondriese, oltre che criminologo e autore di diversi studi in materia di violenza sui minori, altro orrore che spesso si consuma tra le mura domestiche. «Intendiamoci: l’aumento delle violenze sarebbe assolutamente preoccupante - ancora lo specialista -, ma tutto lascia pensare che il numero dei reati resti sempre quello e che e a crescere sia soltanto il numero degli episodi denunciati. In questo caso significa che sono sempre di più le donne che escono allo scoperto e che denunciano la violenza subìta».
Esattamente come nel caso delle molestie a danno dei minori, anche per quelle nei confronti delle donne adulte il cosiddetto "numero oscuro" resta ancora altissimo, tanto che si stima che per ogni violenza denunciata ce ne siano tre che vengono sopportate in silenzio. «Da un lato bisogna tenere conto di questo aspetto, dall’altro non si può dimenticare l’alto numero delle denunce false» avverte Marcassoli. «Parlando di abusi su minori, per esempio, è emerso che in Italia il 50% dei processi si è concluso con l’assoluzione dell’imputato (quasi l’80% in provincia, dove la Procura è molto attenta), dato che la dice lunga su quanto fossero fondate le denunce, almeno se assumiamo quale verità quella processuale. Il numero oscuro da un lato e le denunce false dall’altro sono gli estremi che definiscono la materia e che ne fanno capire anche l’estrema delicatezza».
Anche per questo la nuova normativa nazionale impone a tutte le questure di allestire una squadra antistupro. E anche a Sondrio la polizia si sta attrezzando proprio in questo senso. «Ma per combattere con efficacia un fenomeno tanto delicato e complesso serve di più: occorrono anche delle vere e proprie équipe di personale altamente specializzato - auspica lo studioso -. Dal poliziotto che redige il primo verbale, al ginecologo che effettua la visita sulla presunta vittima, fino al magistrato che conduce gli interrogatori: tutti dovrebbero avere una preparazione specifica in materia in modo da limitare gli errori e da evitare la cosiddetta vittimizzazione secondaria, cioè lo stillicidio di interrogatori e accertamenti che può mettere a dura prova una persona già colpita tanto nel profondo. Per esempio - spiega Marcassoli - le lesioni lasciate da una violenza sessuale presentato caratteristiche ben precise. Per riconoscerle con sicurezza occorre però una certa esperienza specifica».
Difficile invece stabilire con esattezza le cause del fenomeno degli abusi tra le mura domestiche in un panorama nel quale una psiche distorta sembra combinarsi in maniera micidiale con gravi carenze culturali. «I fattori che portano alla violenza sessuale sono molteplici. Lo stupratore è un predatore e commette la violenza per desiderio di affermare il proprio potere sulla vittima, ma anche il fattore culturale ha la sua rilevanza. Certo, finché i modelli televisivi e pubblicitari della donna sono improntati soltanto alla provocazione sessuale, è ovvio che in menti impreparate si possano formare istinti pericolosi che, in casi estremi, possono portare anche alla violenza».
Da “LA PROVINCIA QUOTIDIANO di SONDRIO” DELL’ 06.03.2009