PARLAR CHIARO AI BAMBINI PER AIUTARLI
La “pedofilia” e gli “abusi sessuali” sui minori sono tra i reati più efferati che si possano incontrare in criminologia: essi sono sempre esistiti nella storia, pur con diverse connotazioni.
I bambini violati sperimentano dei vissuti e delle emozioni terribili, connotate da violenza, angoscia, impotenza, sessualizzazione traumatica, tradimento proprio da chi li dovrebbe amare. Una sofferenza che li segnerà per tutta la vita: da adulti infatti molti manifesteranno patologie mentali, quando non diventeranno a loro volta abusatori secondo il cosiddetto “ciclo della violenza”.
Detto ciò dobbiamo ricordare che gli accertamenti in tema di abuso sessuale sono estremamente delicati e difficoltosi e questi due dati ce lo confermano: da un lato si tratta di un reato sommerso, nel quale il numero oscuro (cioè la cifra di reati non scoperti) è altissimo, solo 1 abuso su 4 viene infatti denunciato; dall’altra constatiamo che il 50% degli imputati viene poi assolto, quindi giudicato innocente.
La maggior parte degli abusi avviene in famiglia, ad opera di un genitore (padre) e consiste in brutali violenze sessuali.
La storia del “pedofilo” invece è differente: egli cerca in un certo qual modo di stabilire una “relazione” col minore, atta alla conquista della sua fiducia, attraverso l’uso di un ”affettività” perversa e malata, con atti di gentilezza, cortesia, regali, aiuti; l’adulto esprime interesse per il mondo del bambino e partecipa in modo patologico alla sua sessualità . Ricordiamo che la pedofilia è una malattia riconosciuta in psichiatria tra le “parafilie”: malati quindi, ma responsabili dei propri atti.
Si tratta a volte di persone “insospettabili”, socialmente inserite, spesso con famiglia, che possono agire per anni prima di essere scoperti.
E’ improbabile che l’”abusatore intrafamiliare” possa agire senza che il coniuge sia a conoscenza delle sue azioni, ma spesso si tratta di un coniuge debole, succube, dipendente, incapace di reagire e di proteggere i figli, quando non apertamente connivente o complice.
Il pedofilo che agisce al di fuori dell’ ambito domestico ha più probabilità di non essere scoperto dai famigliari .
Come difendersi dalla pedofilia e dall’abuso sessuale?
Nell’immediato parlando ai bambini del fenomeno, in modo adeguato alla loro età ed al grado di sviluppo psicologico: i bambini devono conoscere il proprio corpo, sapere che è inviolabile, che nessuno li deve toccare, che qualcuno ci potrà provare e che devono rifiutare, ribellarsi e chiedere aiuto; devono sapere che non sarà mai colpa loro se qualcuno proverà ad avvicinarli o ad approfittare di loro; devono essere incoraggiati a parlare con gli adulti di ciò che sta accadendo.
Nel lungo periodo impostando per i giovani dei progetti di psicoeducazione all’affettività, alla sessualità e alla genitorialità, portando i giovani a diventare adulti consapevoli, sostituendo così il circolo vizioso della violenza col circolo virtuoso della psicoeducazione .
E naturalmente facendosi carico dei pedofili e degli abusatori già in circolazione con pene certe ed adeguate, associate a programmi, per la verità ancora poco efficaci, di terapia.
Da “LA PROVINCIA DI SONDRIO” del 10.5.2008 a proposito di un caso di pedofilia in provincia.